Thursday 16 March 2017

Dubbi

La categorizzazione delle malattie ha un elemento ideologico e vi sono spesso discussioni sui limiti del "normale" e del "patologico". 
I fenomeni che raccogliamo sotto il nome "dislessia" esistono senza nessun dubbio. La "dislessia" è un modo di categorizzarli che produce effetti positivi ed effetti negativi.
Tutela in qualche modo i ragazzi in difficoltà appiccicandogli in fronte l'etichetta "fragile". Ma li marchia anche, e mi sembra che sia una cosa meno buona.
Ha anche un altro difettaccio: assolve la scuola dalla colpa del fallimeno... se sono dislessici che cosa ci possiamo fare noi?
Ho assistito dall'interno alla nascita del concetto di dislessia (ed alla sua diffusione "virale", come si dice oggi) e da vecchio insegnante progressista mi rimane il dubbio che l'etichetta "Disturbi Specifici di Apprendimento" (focus sul ragazzo) sia spesso utilizzata al posto di "Disturbi Specifici di Insegnamento" (focus sull'insegnante).
Mi sembra che qualunque concettualizzazione che sostituisca la "responsabilità" con la "fatalità" sia da prendere con le pinze.