Tuesday 22 April 2014

Oggi in Veneto si torna a scuola dopo le vacanze di Pasqua.
In una delle mie scuole 4 insegnanti (quattro) su 10 si sono ammalati all'ultimo momento e non riprenderanno servizio nei tre giorni che uniscono questa vacanza al fine settimana lungo del 25 aprile.
Non ci sono supplenti in graduatoria di scuola elementare, né da noi né nelle scuole vicine, al punto che ho dovuto nominare qualcuno fuori graduatoria e senza i titoli previsti, e in più suddividere i bambini e sostanzialmente rendere l'attività didattica una bella burletta.
Io capisco le esigenze della gente. Voglio dire, degli insegnanti che magari hanno la famiglia lontana e si scocciano ad andare avanti ed indietro. Però la gente sono anche i bambini e i colleghi. E le esigenze loro?
Adesso, naturalmente, cosa ne so io? Magari guarda un po' sono davvero tutti malati. Io gli ho mandato la visita fiscale, e il medico lo deciderà. Ma la visita fiscale, lo sappiamo tutti, non serve a nulla. Faccio il dirigente scolastico dal 1991 e non ho mai (dico MAI) visto una visita fiscale che mettesse in dubbio la malattia di un mio dipendente. Solo una volta una visita collegiale (ma è un'altra cosa), mi ha dato un po' di ragione, tanti anni fa, dopo che avevo subissato una USL di lettere minacciando denuncia perché coprivano un mio impiegato che faceva il doppio lavoro.
E nell'etica del dipendente pubblico sta perfino male mettere in dubbio che qualcuno possa anche solo pensare di stare a casa senza buone ragioni. Se no poi si offende. Se no poi ci offendiamo tutti, compreso i sindacati.
Però i picchi di malattie in corrispondenza dei possibili ponti tra una vacanza e l'altra sono una realtà. E i disagi che ne conseguono anche.
E' una vergogna per la scuola, per le organizzazioni professionali, ed anche per il sistema sanitario nazionale che è evidentemente incapace di discriminare tra un malato vero ed uno che fa finta.

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